Quando si parla di dieta ed ipertensione l’accento cade inevitabilmente sul sale da cucina e sugli alimenti che lo contengono in quantità importanti. A dire il vero, la correlazione tra dieta ricca di sodio ed ipertensione non è mai stata dimostrata in maniera inconfutabile; tuttavia, sappiamo che l’incidenza della malattia è minore nelle popolazioni che adottano uno stile alimentare iposodico. Pertanto, una dieta ricca di sodio aumenta il rischio, quindi la probabilità, di sviluppare l’ipertensione, ma non è detto che chi infrange palesemente questa regola soffrirà di ipertensione e chi la rispetta ne sarà esente

Il ruolo del sodio è infatti sfumato da molti altri fattori predisponenti, come le abitudini alimentari in senso più ampio (gli eccessi calorici e lipidici favoriscono la comparsa della malattia), la predisposizione genetica, la sedentarietà e lo stile di vita (stress, fumo, abuso di alcol o droghe ecc.).

Sia in ambito preventivo, sia in quello terapeutico, la dieta per l’ipertensione si articola su quattro punti fondamentali:

contenere l’apporto di sodio (vedi: alimenti poveri di sodio)
aumentare quello di potassio (tramite un generoso consumo di frutta, verdura e alimenti integrali)
controllare il peso corporeo e limitare il consumo di alcolici.